BENESSERE ORGANIZZATIVO

Partiamo dal quadro di riferimento dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che nel 2010 definisce il benessere organizzativo come l’obiettivo della società :
“Il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”, definita come “uno stato di totale benessere” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. La nuova definizione di Benessere dal 2010 include una prospettiva sistemica con 5 dimensioni interconnesse: stato fisico, mentale, emotivo, sociale, spirituale. Se stiamo bene con noi e con gli altri possiamo sviluppare il nostro potenziale personale e collaborare all’evoluzione della società al servizio di un mondo migliore per le generazioni future.
Nel 2015 nasce dall’ONU l’agenda 2030 e i 17 SDG’s per trasformare lo sviluppo economico-sociale misurando anche gli asset intangibili e l’obiettivo 3 si focalizza proprio su salute e benessere per tutti, per tutte le età anticipando un tema crossgenerazionale e di active ageing.
Nonostante le buone intenzioni, il dovere di rispettare il testo unico per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro, l’obbligo di effettuare la valutazione dello stress lavoro correlato e intervenire in caso di rischi, le politiche attive e i servizi di welfare siamo arrivati pre-pandemia a misurare una crescente demotivazione al lavoro (85%), nel mondo scolastico DS e insegnanti sono stressati per più del 62% ( + 10 punti le donne) , i giovani per due terzi hanno paura di aver sbagliato studi e lavoro, la depressione diventa la seconda malattia al mondo, le metafore che accolgo nella mia professione disegnano ambienti tossici, di paura, di fatica spazi dove trascorriamo più del 50% di tempo di vita, sicuramente poco felici. Se stavamo mediamente male al lavoro pre pandemia, questi due anni hanno dato voce e amplificato la crisi!
Alcune ricerche 2020 dove la governance, i capi sono fortemente in discussione e ammettono di avere problemi di fiducia (52%) e necessità di controllo (50%), si sentono giudicati e inadeguati sulla non dimestichezza con gli strumenti digitali (60%) Più di un terzo delle persone ha perso senso e connessione con capi e colleghi.
Due recenti ricerche
linkedin future of work sullo smart working: 47% preferisce modello ibrido, 30% preferisce la sede, 23% preferisce lo smart, differenti prospettive per genere e età, come troviamo un accordo di benessere organizzativo?
Ricerca BVA-DOXA nelle aziende italiane: una persona su due soffre di ansia e insonnia, dichiara stress sfinimento distacco mentale, il 50% dei giovani lascia il lavoro per problemi di sofferenza psicologica, più di un terzo lamenta malessere emotivo, il 92% dei dipendenti chiede che la propria azienda li aiuti per rigenerare benessere..
Il MIUR definisce il benessere organizzativo come la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che operano al suo interno.
Il covid ci ha messo di fronte alle nostre fragilità e certezze, ha minato le nostre sicurezze e occorre ricreare benessere trovando al lavoro sostegno, progettualità e realizzazione LE ORGANIZZAZIONI POSITIVE sono un buon ponte per questo obiettivo, come evoluzione della forma più tradizionale organizzativa richiede come abbiamo visto una nuova strategia, una nuova cultura, una nuova visione dell’utilizzo della tecnologia per evitarne l’abuso e una specifica attenzione alle persone attraverso la ridefinizione di ruoli e obiettivi per valorizzare unicità e potenziale. Questo cambio importante di stili di leadership e relazionali si associano ad una maggiore imprenditorialità ed autonomia dei collaboratori, l’uscita dalla zona di comfort mette a dura prova le nostre paure e fragilità aggiunge paura, tensione, pressione, …. che si sommano al disagio, all’aggressività e alla lamentela crescente, alla confusone e al disorientamento portato da due anni di covid sul senso della vita e sul significato del lavoro. Per tutti questi motivi ora più di prima, ora più che mai è urgente l’assunzione di responsabilità di dirigenti insegnanti e dei collaboratori, rispetto al tema del benessere organizzativo e allo sviluppo di clima interno positivo, collaborativo e partecipativo.
L’obiettivo è Stare bene a scuola …..un percorso che mette in campo strategie ed interventi a supporto dei nuovi bisogni nascenti, per creare condizioni piu’ favorevoli sulla popolazione scolastica e anche con ripercussioni positive sulla vita personale e familiare della persona.
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